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  • Più di 1.300 persone visitano Astral durante la sua missione “Educazione alla Libertà” nelle Isole Baleari

    Più di 1.300 persone visitano Astral durante la sua missione “Educazione alla Libertà” nelle Isole Baleari

    Durante gli incontri abbiamo affrontato i temi dell’empatia, del rispetto delle diversità, della tutela dei più vulnerabili, del riconoscimento della dignità e dei diritti umani. E abbiamo parlato con gli insegnanti delle 14 scuole che ci hanno visitato (9 di Maiorca, 3 di Ibiza e 2 di Minorca) per poter includere la nostra metodologia nelle loro classi.

    Il 22 marzo, a Maiorca, inoltre ci ha fatto visita la Presidente del Governo delle Baleari, Francina Armengol, insieme all’Assessore agli Affari Sociali e lo Sport, Fina Santiago, che hanno sottolineato l’importanza di questo incontro per sensibilizzare i cittadini delle  Baleari e, in particolar modo, gli studenti delle isole, sul fenomeno migratorio e i diritti umani nel Mediterraneo.

    Abbiamo anche organizzato diverse giornate di porte aperte al pubblico e cicli di lettura per bambini, durante i quali abbiamo letto i libri della nostra collana “Storie alla deriva”.

    L’esperienza di questi 17 giorni alle Isole Baleari è stata molto intensa, ma anche molto confortante e piena di speranza, e ci ha ribadito, ancora una volta, quanto l’educazione sia un pilastro fondamentale per costruire un mondo di pace, più giusto e sostenibile.

    Dopo qualche giorno in porto per prepararsi alla prossima missione, Astral tornerà nel Mediterraneo centrale per una missione di osservazione, sorveglianza e denuncia, in quello stesso mare che è diventato la fossa comune più grande del pianeta, con almeno 576 persone annegate solo quest’anno.

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  • Emergenza terremoto in Siria: Primo volo umanitario con forniture mediche organizzato da Open Arms

    Emergenza terremoto in Siria: Primo volo umanitario con forniture mediche organizzato da Open Arms

    Nelle ore immediatamente successive al sisma, un team di Open Arms e SAR Navarra (ONG spagnola specializzata in emergenze e catastrofi) si è recato in missione di analisi e valutazione (EDAN) nelle zone più colpite dal sisma nella Siria nordoccidentale, un luogo controllato da gruppi contrari al regime di Bashar al-Assad e martoriato da più di 12 anni di conflitto.

    La peggiore catastrofe naturale nella regione in più di un secolo

    Il team ha potuto comprovare la gravissima situazione in cui versava la regione e l’abbandono da parte della comunità internazionale nei giorni successivi al terremoto.

    Per questo motivo, in virtù dell’alleanza strategica con l’organizzazione Solidaire, e in collaborazione con SAR-Navarra e l’Associazione per il sostegno del popolo siriano (AAPP), nei giorni scorsi abbiamo effettuato un primo volo umanitario nell’area terremotata con 24 tonnellate di aiuti umanitari, oltre ad apparecchiature sanitarie e ortopediche.

    Dopo aver ricevuto le richieste urgenti dell’ospedale Aqrabat, dell’ospedale Al-Shifaa e dell’Atmeh Charity Hospital, situati nelle aree siriane più colpite dal terremoto, abbiamo consegnato attrezzature mediche, ecografi, strumenti per interventi chirurgici, tra gli altri materiali, ai loro medici.

    Ci siamo inoltre recati nel campo profughi di Jinderes, che ospita migliaia di senzatetto in tende da campo, e abbiamo consegnato generi di prima necessità (kit da cucina e cibo) a 500 famiglie.

    Questa è stata la prima di una serie di iniziative umanitarie che realizzeremo a breve ed è stata possibile grazie a tutte le persone che hanno dato il proprio contributo in questa emergenza.

    Considerando che le conseguenze di questo tragico terremoto si protrarranno per molto tempo ancora, contiamo di effettuare diversi voli nelle prossime settimane. Per questo il tuo sostegno è fondamentale per salvare vite umane in questa emergenza umanitaria.

     

    Aiutaci a salvare vite in Siria.

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  • Namaka” dedica un numero speciale alla migrazione, alle  diritti umani e all’empatia

    Namaka” dedica un numero speciale alla migrazione, alle diritti umani e all’empatia

    La rivista spiega alcune delle cause delle migrazioni, fa appello alla memoria storica, incoraggia l’empatia e tratta anche il dramma di tutte quelle persone che rischiano la vita cercando di attraversare il Mediterraneo. Invita a riflettere sulla maniera in cui accogliamo i nuovi arrivati ​​e ci esorta a metterci nei panni delle persone che migrano. Questo nuovo numero tratta anche delle disuguaglianze e di come condizionano l’esistenza di tante persone nel mondo. Ma, soprattutto, vuole essere un inno alla speranza e alla partecipazione attiva e celebrare l’abnegazione di tutte quelle persone che, a braccia aperte, aiutano e denunciano le ingiustizie. Il numero 35 di Namaka pone domande alle quali a volte è difficile rispondere, ma che, come società, è indispensabile farsi.

    Namaka è stata elaborata grazie al contributo di Open Arms e soprattutto della sua coordinatrice pedagogica, Ángeles Schjaer, che fa questa riflessione: «Finché continueremo a costruire muri e proteggere i confini invece di proteggere gli esseri umani, continueremo a vivere in un mondo ingiusto. Dovremmo costruire più ponti e meno muri! Con questo progetto, ciò che vogliamo è avere un mondo più giusto e più comprensivo con tutte le persone, da qualunque parte provengano. Con “Educazione alla Libertà” apriamo le braccia, ma anche il cuore e la mente, per poter essere responsabili e onesti. Dobbiamo recuperare la memoria storica e pensare che viviamo in un Paese [la Spagna] da cui, qualche anno fa, tante persone emigrarono e fuggivano da una guerra e noi abbiamo avuto la fortuna di essere accolti dall’altra parte del mare e l’opportunità di ricominciare».

    «Questa rivista è un regalo per tutte quelle famiglie e scuole che si impegnano per offrire ai bambini contenuti che affrontano temi così importanti. In Namaka crediamo che la consapevolezza e l’informazione siano essenziali fin dalla tenera età, affinché i nostri figli sviluppino la capacità di decisione e azione. Per questo offriamo sempre proposte che incoraggiano l’attivismo, con l’obiettivo di far riflettere e cercare soluzioni alle sfide attuali”, aggiunge Sara Molina, curatrice della testata.

    Il 15 febbraio, la curatrice della rivista Namaka, Sara Molina, e Ángeles Schjaer, coordinatrice pedagogica di Open Arms, hanno presentato insieme questo numero speciale in un video in diretta sul canale IG di Namaka.

    Inoltre, Ángeles Schjaer ha anche parlato con Sara Molina nel podcast “Fora tabú!”, rivolto al personale docente, in cui la curatrice della rivista Namaka parla di questioni controverse che devono essere affrontate in classe. In questo capitolo, Schjaer ha presentato il progetto “Educazione per la LIbertà”, che Open Arms realizza nelle scuole e negli istituti superiori, per sensibilizzare su migrazione, empatia e diritti umani.

  • Aiutaci a salvare vite nelle zone più colpite dal terremoto in Siria

    Aiutaci a salvare vite nelle zone più colpite dal terremoto in Siria

    Per aiutare la popolazione civile colpita da questa emergenza umanitaria è essenziale fornire assistenza medica e sanitaria immediata, in modo tale da poter curare le migliaia di persone colpite dalle conseguenze del terremoto. La direzione medica dei tre ospedali (Aqrabat Hospital, Atmeh Charity Hospital e Al Shifaa Hospital), che attualmente lavorano in condizioni davvero difficili, ci ha inviato una lista di materiale sanitario da reperire con urgenza. Per questo motivo, in alleanza con SAR Navarra, che collabora e partecipa a questa missione, abbiamo avviato un’attiva campagna di raccolta fondi, che saranno interamente destinati al reperimento di dispositivi medici, materiali di consumo e materiali ortopedici da destinare a questi centri sanitari. 

     Una volta raccolti, li invieremo con un volo umanitario, attraverso  la Turchia, in collaborazione con il nostro partner Solidaire, un’organizzazione che con il suo Boeing 787-Dreamliner trasporterà tutto il carico all’aeroporto di Adana (Turchia). Da lì, sarà poi distribuito dal nostro partner locale siriano agli ospedali dove è prevista la missione. 

     

    Il tuo sostegno è fondamentale per salvare vite umane in questa emergenza umanitaria.

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  • Open Arms lancia la campagna “Humans being Humans”

    Open Arms lancia la campagna “Humans being Humans”

    Con Humans being humans facciamo appello all’essenza innata di tutti gli individui, all’empatia, alla cura dell’altro, alla necessità di impegnarsi nella difesa della vita in pericolo.

    Grazie all’umanità di persone come te, siamo stati in grado di salvare la vita e preservare la dignità di oltre 66.000 persone negli ultimi 7 anni, con missioni di salvataggio in mare, azioni di pronto intervento durante la pandemia, con il nostro progetto #Origine in Senegal, oltre ad aver organizzato corridoi aerei umanitari, che dimostrano come sia possibile garantire vie legali e sicure per i rifugiati.

    Abbiamo bisogno l’uno dell’altro. Hanno bisogno di te.

    Il primo video di Humans being Humans, campagna realizzata grazie alla collaborazione solidale di un vasto team di professionisti del settore audiovisivo, ha come protagonista l’attore e attivista americano Richard Gere e altre personalità del mondo della cultura e dello sport come Pep Guardiola, Joan Manuel Serrat, Marc Gasol, Rigoberta Bandini e altri che si aggiungeranno nei prossimi giorni, che mostrano il loro lato più umano per dimostrare come tutte le persone, indipendentemente dalla loro origine, dal sesso, dalla religione o dal colore della pelle, hanno qualcosa di molto prezioso in comune: la vita, le emozioni, i progetti e, soprattutto, i diritti.

     

    Come dice lo stesso Richard Gere nel video: “Prendiamoci cura l’uno dell’altro. Per favore, prenditi cura degli altri“.

    Perché quando altre persone sono in pericolo, è proprio allora che è necessario tornare alla nostra essenza: quella di esseri umani. Oggi più che mai, abbiamo bisogno del tuo supporto per andare avanti.

    È qualcosa che è nella nostra natura, è qualcosa che è in te. Continuiamo a farlo.

     

    Abbiamo bisogno l’uno dell’altro. Hanno bisogno di te.
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  • Open Arms Solidarity Day a Madrid per commemorare la Giornata Internazionale dei Migranti

    Open Arms Solidarity Day a Madrid per commemorare la Giornata Internazionale dei Migranti

    Siamo stati estremamente fortunati ad avere con noi Dani Rovira, Mariam Hernán e Anabel Alonso, che sono stati i nostri narratori speciali e hanno prestato la loro voce e la loro personale interpretazione a La canción de Josepha e a Sira y sus hermanas, titoli della nostra collana infantile “Cuentos a la Deriva”, due racconti che narrano le storie delle persone che abbiamo salvato in mare.

    Siamo stati accompagnati anche dalla giornalista Ana Pastor, che ha presentato il documentario “Origen“, prodotto da Newtral per il progetto “Origen” Senegal, insieme all’imprenditrice e regista di Dunia Kato, Soly Malamine.

     

    Ci siamo commossi ancora una volta durante la proiezione del film “Open Arms – La legge del mare“, diretto da Marcel Barrena e interpretato da Eduard Fernández, Dani Rovira, Anna Castillo e Sergi López, un film che racconta le origini di Open Arms e che ha vinto 3 premi Goya in Spagna e il premio del pubblico alla sedicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, oltre a molti altri premi. 

     

    Siamo rimasti entusiasti dell’arte urbana dal vivo di El Rey de la Ruina e abbiamo rivissuto la tragedia del Mediterraneo attraverso la mostra fotografica dei tanti fotoreporter (Santi Palacios, Emilio Morenatti, Pablo Tosco, Olmo Calvo, Bruno Thevenin, Carlos Gil Andreu , Joan Mateu Parra e molti altri) che hanno documentato a bordo delle nostre missioni come il Mediterraneo sia diventato un immenso cimitero.

     

    La moltitudine di messaggi di affetto dedicati alle persone provenienti dall’altra sponda del mare, che non hanno altra alternativa che rischiare la propria vita per raggiungere terre più sicure, ci ha ricordato ancora una volta che il nostro lavoro non sarebbe possibile senza il fondamentale sostegno delle persone che credono fermamente nella tutela della vita e della dignità.

     

    Restiamo umani. Abbiamo bisogno l’uno dell’altro. Hanno bisogno di te.

  • Presentiamo a Madrid la collana di libri per bambini “Cuentos a la deriva” [Racconti alla deriva] con la cantante Rozalén

    Presentiamo a Madrid la collana di libri per bambini “Cuentos a la deriva” [Racconti alla deriva] con la cantante Rozalén

    La Canción de Josepha, di Lolita Bosch, racconta la storia di Josepha, una elefantessa che fugge dal Camerun, un paese africano pieno di animali che vivono in libertà, e attraversa diversi paesi prima di raggiungere la Libia, dove si getta in mare alla ricerca di un posto sicuro dove vivere in Europa. È la metafora della vita reale di Josepha, l’unica sopravvissuta di un’imbarcazione che abbiamo salvato nel 2018 nelle acque internazionali del Mediterraneo.

    Sira y sus hermanas, di Miriam Hatibi, racconta la storia di cinque sorelle lcinque balene della Costa d’Avorio, che sono state costrette a fuggire dalla loro famiglia per evitare l’infibulazione. Dopo un lungo viaggio attraverso il continente africano, vengono salvate in alto mare dalla nave Golfo Azzurro.

    Questa collezione fa parte del progetto pedagogico di Open Arms “Educazione per la libertà”, che mira a incoraggiare lo spirito critico e l’empatia nei giovani e che ha già coinvoltoo più di 125.000 studenti a livello internazionale.

    Alla presentazione saranno presenti Ángeles Schjaer, coordinatrice pedagogica di Open Arms, Laura Lanuza, responsabile della comunicazione e dei progetti di Open Arms, Pema Maymó, direttrice editoriale di laGalera, Rozalén, cantante e attivista, e il fotoreporter specializzato in migrazioni Juan Medina.

    Ogni vita conta e ogni storia è vita. Vi aspettiamo!

    NB: Attenzione, i posti sono limitati, quindi si prega di confermare la presenza* a confirmaciones@grupenciclopedia.com !

     

    *Confermando la propria partecipazione si acconsente alla pubblicazione o alla diffusione di immagini tratte dall’evento.

  • Nel secondo anniversario della morte del bambino Joseph, ricordiamo con sua madre Hajay la sua vita

    Nel secondo anniversario della morte del bambino Joseph, ricordiamo con sua madre Hajay la sua vita

    Tra loro c’era il piccolo Joseph, un bambino di sei mesi che viaggiava con la sua giovane mamma della Costa d’Avorio., IIl bambino è stato trasferito a bordo dell’Open Arms in condizioni critiche e stabilizzato dai nostri medici a bordo.

    Una volta richiesta l’evacuazione medica urgente, sono passate più di 8 ore prima che arrivasse un elicottero. Durante quelle ore decisive le condizioni del neonato sono peggiorate e, nonostante i nostri sforzi, non ce l’ha fatta. Il corpo del bimbo è stato sepolto nel cimitero dell’isola di Lampedusa.

    Oggi, a 2 anni da quella tragica giornata, commemoriamo in una cerimonia privata nel cimitero di Lampedusa insieme a sua madre Hajay,, la vita di joseph e quella delle migliaia di persone che continuano ad attraversare il Mediterraneo in cerca di una vita migliore.

    Sono passati due anni da quel giorno, ma nulla è cambiato. In questo lasso di tempo migliaia di persone in cerca di una vita dignitosa sono annegate nel Mediterraneo e solo poche settimane fa siamo stati costretti ad assistere ancora una volta a un vergognoso spettacolo di propaganda da parte delle autorità italiane ed europee sulla pelle delle persone vulnerabili. Ancora una volta, le imbarcazioni umanitarie sono state messe al centro di un braccio di ferro politico che pretendeva addirittura di poter selezionare, tra i naufraghi a bordo, chi aveva il diritto di raggiungere un porto sicuro e chi, invece, doveva essere riportato in mare aperto, utilizzando criteri del tutto arbitrari e, soprattutto, illegali.

    Le autorità italiane hanno definito questi uomini, donne e bambini come “carico residuale” e hanno ordinato “sbarchi selettivi”, trattando degli esseri umani come fossero degli oggetti. Una decisione inamissibile da parte di paesi che si definiscono democratici e che dovrebbero essere piuttosto dei punti di riferimento per il rispetto dei diritti umani e della vita di tutti.

    Solo pochi giorni fa, un altro bambino è sbarcato a Lampedusa a senza vita causa di un’ipotermia provocata dalla lunga permanenza in mare. Per questo, ancora una volta, noi di Open Arms facciamo sentire  la nostra voce per dire che tutte le violazioni dei diritti devono cessare e che bisogna considerare la vita,l’umanità e il rispetto dei diritti di ogni essere umano come una priorità assoluta.

    Solo così potremo tornare a considerarci donne e uomini con coscienza e dignità. Nel frattempo, noi di Open Arms, così come le persone della società civile a bordo delle altre navi umanitarie, continueremo a difendere la vita e la dignità delle persone.

  • Open Arms lancia “Non guardare dall’altra parte”

    Open Arms lancia “Non guardare dall’altra parte”

    Perché la crudeltà uccide, ma la passività davanti a questo dramma anche. Dal 2014 almeno 24.305 persone sono morte o scomparse nel Mediterraneo nel tentativo di raggiungere il continente europeo, secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM). Ma il numero è sicuramente molto più alto, poiché, secondo la stessa fonte, i corpi di almeno due terzi delle persone che scompaiono in mare non possono essere recuperati.

     

    Continuando con il nostro impegno per la protezione della vita e dei diritti di tutte le persone che si trovano in una situazione di vulnerabilità, abbiamo lanciato questa azione per sensibilizzare l’opinione pubblica su come lo stesso mare che ci regala momenti di piacere e di vacanza sia diventato il più letale del pianeta.

     

    La campagna consiste nell’affiggere, sulle spiagge, diverse coppie di manifesti: un manifesto su cui è riportato un dato tragico, insieme ad un secondo manifesto che, ricorrendo all’ironia, denuncia la passività collettiva di fronte a quello stesso dato. Ciascuno dei 2 poster fa riferimento a 2 diversi domini web (disponibili in spagnolo, catalano e italiano) che ricevono lo spettatore con un messaggio o un altro a seconda dell’URL inserito.

     

    nomiresparaotrolado.com / miraparaotrolado.com

    nomiriscapaunaaltrabanda.cat / miracapaunaaltrabanda.cat

    nonguardaredallaltraparte.com / guardadaunaltraparte.com

  • “La Ragazza del Napalm” a bordo del decimo volo umanitario di Open Arms

    “La Ragazza del Napalm” a bordo del decimo volo umanitario di Open Arms

    Si tratta del decimo volo umanitario effettuato da Open Arms per rispondere all’emergenza in Ucraina. È stato possibile grazie all’impegno di Solidaire, in collaborazione con DKV Integralia Foundation e con il supporto del Saskatchewan-Ukraine Response Team del governo della provincia canadese del Saskatchewan.

    A partire da oggi, le persone e più di 90 famiglie con 26 minori e 8 bambini  a bordo, potranno iniziare una nuova vita lontano dalle atrocità di un conflitto iniziato più di 4 mesi fa. 

     

    Nel 1972 il grido di dolore di quella ragazza, di nome Kim Phuc Phan Thi, che allora aveva solo 9 anni, raggiunse milioni di persone, chiedendo giustizia per tutte le vittime innocenti e contribuendo a porre fine all’orrore del conflitto.

    “Quella foto mi ha attraversato nell’adolescenza e ricordo che mi ha trasformato. Non riuscivo a capire come potessero farlo, è stato uno dei momenti più drammatici della mia vita. E ora poterla ospitare sull’aereo sento che chiude il cerchio, stiamo riparando qualcosa, stiamo facendo qualcosa”, dice Enrique Piñeyro, che ha invitato Kim a recarsi in Canada su questo volo umanitario. “La sua è una bandiera contro la guerra. Quello che stiamo dicendo è che le guerre sono sempre le stesse, sia che le inizi John F. Kennedy o Vladimir Putin. È un orrore contro l’umanità, si bombardano sempre scuole, civili, ospedali, si uccidono persone innocenti. E sono decisioni di un politico che alza il telefono, dà l’ordine di iniziare le ostilità e poi ignora le reali conseguenze”, ha concluso E Piñeyro.

     

    Kim Phuc Phan Thi è da anni una donna impegnata per la pace e contro tutti i conflitti armati nel mondo e siamo orgogliosi che ci abbia accompagnato nel nostro decimo corridoio umanitario, da Varsavia a Regina, in Canada. “Mi commuove molto. Sono così grata di essere rimasta in vita”, dice Kim a bordo del volo.  “Sono passati cinquant’anni, è un’emozione forte, ma l’idea di Enrique di portarmi nel passato e trasformare questo in un messaggio di pace è così bella. Sono molto grata a lui, a Solidaire, a Open Arms. Questo è il mio sogno, il mio scopo, la ragione per cui sono ancora viva”.

    Da marzo, Open Arms è stata in grado di portare in salvo più di 2.000 rifugiati ucraini, per lo più anziani e madri con bambini, e  intere famiglie, nei luoghi di accoglienza, dove potranno vivere in pace.

     

    “La fotografia di Kim servì, nel 1972, a denunciare l’uso del napalm contro la popolazione civile durante la guerra in Vietnam. La fotografia del piccolo Aylan Kurdi, annegato mentre cercava di  raggiungere le coste greche con la sua famiglia, ha portato alla creazione di Open Arms, questa piccola ONG senza scopo di lucro che è riuscita a salvare più di 62.000 vite nell’Egeo e nel Mediterraneo in 6 anni”, afferma Oscar Camps, fondatore e direttore di Open Arms,  a bordo dell’aeromobile. 

    “50 anni dopo la fotografia di Phan Thi Kim Phuc possiamo chiederci: può una fotografia cambiare il corso della storia? Oggi la nostra organizzazione, che è nata da un’immagine, vola da Varsavia al Canada, luogo di rifugio per le 236 persone in fuga dalla guerra in Ucraina. Viviamo in un mondo con 63 conflitti armati attivi, tutte le vittime contano? Com’è possibile che immagini come quelle che vediamo ogni giorno nel Mediterraneo, in Ucraina, a Melilla, non ci facciano dire basta, non ci spingano a porre fine alla violenza sistematica? ” chiede il fondatore di Open Arms.