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  • Presentazione ufficiale di Open Arms Uno: la nave umanitaria

    Presentazione ufficiale di Open Arms Uno: la nave umanitaria

    Nei loro discorsi, le autorità presenti hanno sottolineato l’importanza del lavoro di Open Arms nella difesa dei diritti umani ed hanno espresso la loro solidarietà nei confronti di chi protegge i più vulnerabili nel Mediterraneo.

    La cerimonia di varo dell’“Open Arms Uno”, che avrà come porto base la città di Barcellona, ​​dove è stata registrata, è proseguita con uno spettacolo a bordo della compagnia teatrale La Fura dels Baus, ideato per l’occasione da Carlus Padrissa. All’evento hanno partecipato anche il cantante Joan Dausà, che ha eseguito, tra le altre, la canzone “Com plora el mar”, e il mezzosoprano Mar Esteve. La cerimonia era aperta a tutta la cittadinanza ed è iniziata con un’esercitazione di salvataggio marittimo, seguita da una performance artistica sul ponte della nave, dove le reti umane aeree simboleggiavano la fratellanza umana.

    Più di 40 volontari hanno partecipato all’evento, che ha coinvolto decine di persone assiepate sulla passerella della Rambla de Mar. Un’affluenza che ha confermato le parole pronunciate da Oscar Camps, fondatore della Ong, nel suo discorso: “l’ “Open Arms Uno” sarà un ambasciatore della cittadinanza ovunque andrà“.

    L’Open Arms Uno, costruito in Norvegia nel 2000, è stato donato dal presidente dell’ONG Solidaire, il regista e filantropo argentino Enrique Piñeyro, ed è una delle più grandi navi di soccorso marittimo d’Europa. La nuova nave è lunga 66 metri, larga 15 e ha una stazza quattro volte superiore a quella del vecchio rimorchiatore Open Arms. Dispone di un ponte di 353 metri quadrati dove può atterrare un elicottero in caso di emergenza ed evacuazione. È dotato di 4 barche semirigide, dispone di 31 posti per l’equipaggio e di un ospedale con 26 posti letto. Ci permetterà inoltre di ospitare circa 300 persone, numero che, in caso di emergenza e senza mettere in pericolo le misure di sicurezza della nave, potrebbe aumentare fino a mille.

    L’Open Arms Uno costituisce un asset fondamentale della nostra flotta per proteggere le persone che cercano di attraversare la fossa comune più grande del mondo, il Mediterraneo. E sarà la nave di tutti i cittadini, che ci aiutano e ci sostengono da terra.

  • La nave “Open Arms Uno” arriva a Barcellona

    La nave “Open Arms Uno” arriva a Barcellona

    Ha una stazza più di 4 volte superiore al vecchio rimorchiatore Open Arms e un ponte di 353 metri quadrati, su cui, in caso di emergenza e evacuazione, può atterrare un elicottero.

    La nave trasporterà a bordo 4 imbarcazioni semirigide, dette anche RHIB, e consentirà di alloggiare circa 300 persone, numero che, in caso di emergenza e senza compromettere le condizioni di sicurezza dell’imbarcazione, potrebbe aumentare fino a mille. Dispone inoltre di 31 letti per l’equipaggio e di un ospedale con 26 posti letto.

     

    Abbiamo bisogno del vostro aiuto

    La “Open Arms Uno”, una nave preparata per eseguire salvataggi numerosi, ci aiuterà a salvare in sicurezza più persone, a proteggere la vita delle persone vulnerabili e ad adempiere all’obbligo di qualsiasi nave o persona che si imbatta in situazioni di emergenza in mare, come previsto dal diritto del mare e dalle convenzioni internazionali.

    Questa nave è anche vostra, di tutti i cittadini che ci sostengono da terra per continuare a proteggere le vite delle persone vulnerabili in mare.

    Purtroppo i costi operativi di “Open Arms One” saranno più alti. Per questo, ora più che mai, abbiamo bisogno del vostro supporto e del vostro aiuto per continuare a mantenere il nostro impegno di non lasciare nessuna vita alla deriva.

    Per questo motivo, ora più che mai, abbiamo bisogno del vostro sostegno e del vostro aiuto per continuare a rispettare il nostro impegno a non lasciare nessuna vita alla deriva.

    Ci aiuti a continuare?

     

    Materiale grafico:

    Santi Palacios

  • Continuiamo in Ucraina e torniamo nel Mediterraneo

    Continuiamo in Ucraina e torniamo nel Mediterraneo

    Grazie all’alleanza con l’organizzazione World Central Kitchen, fondata dallo chef spagnolo José Andrés, venerdì scorso il nostro vecchio rimorchiatore Open Arms ha sbarcato 24 tonnellate di cibo in un porto della regione di Odessa, in Ucraina, una zona particolarmente colpita dal conflitto a causa della vicinanza dei combattimenti.

    Non è stata un’operazione facile. Abbiamo navigato per giorni attraverso il Mediterraneo, l’Egeo, il Mar Nero, il Mar di Marmara e il Danubio, superando molte avversità tecniche, amministrative e logistiche. Ma alla fine siamo riusciti a portare il cibo alle persone più vulnerabili intrappolate in una delle zone più svantaggiate del paese. 

    Parallelamente, abbiamo evacuato più di 1.500 rifugiati su 7 diversi voli diretti a Barcellona, Madrid, Roma e Buenos Aires, grazie alla creazione di un corridoio aereo umanitario da Varsavia (Polonia), in collaborazione con l’organizzazione Solidaire. L’ultima evacuazione ha avuto luogo solo una settimana fa con 238 rifugiati a bordo, per lo più anziani e donne con bambini, che, grazie a diverse organizzazioni della società civile, hanno ricevuto un’accoglienza dignitosa. Altri voli sono previsti per le prossime settimane.

    Inoltre, dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, abbiamo inviato 29 camion con più di 350 tonnellate di aiuti umanitari per la popolazione civile per contribuire ad alleviare la situazione nel paese.

    E continuiamo con il progetto Doctors for Ukraine (doctorsforukraine.org), in alleanza con DKV Seguros, con cui offriamo assistenza medica digitale gratuita alla popolazione colpita dal conflitto in Ucraina.

    Non dimentichiamo il Mediterraneo

    Anche se tutta l’attenzione mediatica si concentra sull’Europa dell’Est, non dimentichiamo le vittime in altre zone di conflitto e tragedie come quella del Mediterraneo centrale. Una guerra invisibile e spesso taciuta.

    Con poche risorse ma molta determinazione, abbiamo finora salvato più di 62.000 persone, ma il mare continua a inghiottire vite innocenti.

    Ecco perché, in linea con il nostro impegno di non lasciare nessuna vita alla deriva, stiamo tornando nel Mediterraneo centrale. Domenica il nostro veliero Astral salperà per una missione di osservazione, sorveglianza e denuncia verso la più grande fossa comune del pianeta. 

    Contiamo su di te per proteggere le loro vite.

    Oggi più che mai, abbiamo bisogno del tuo sostegno per continuare a proteggere le vite di coloro che fuggono dalla guerra, dalla persecuzione e dalla povertà. Senza di te, non sarebbe possibile.

  • Tre voli umanitari #EmergenzaUcraina

    Tre voli umanitari #EmergenzaUcraina

    In Italia, fondamentale il protocollo siglato con Caritas Italiana che oltre a coordinare insieme a noi gli imbarchi, ha garantito l’accoglienza delle persone, per lo più donne, bambini e anziani, sul territorio italiano grazie alla disponibilità di 20 diocesi che forniranno ospitalità e assistenza durante il soggiorno nel paese. 

    In Spagna fondamentale invece il supporto del Comune di Badalona, Comune di Guissona, la Fundació Convent de Santa Clara e Mensajeros por la Paz.

    Importantissimo inoltre il sostegno ricevuto dalla Fundación Pro style in Polonia, e dalle organizzazioni polacche Audax, Integtalia ed Ergo Hestia che si sono messe a disposizione, fornendo volontarie e volontari nonché traduttori e traduttrici. 

    Open Arms rimarrà a Varsavia con parte del suo staff per continuare ad essere sul campo e comprendere le necessità legate al conflitto con l’obiettivo di organizzare altri corridoi umanitari grazie all’impiego del Boeing 787-8 Dreamline in grado di ospitare fino a 250 persone su ciascun volo. 

    Come abbiamo ribadito spesso, la nostra missione è salvare vite, che sia nel Mediterraneo centrale o alla frontiera di un paese in Guerra, siamo dove c’è bisogno di noi per difendere i diritti, la dignità e l’incolumità di ogni essere umano. Ci auguriamo che questa tragica guerra, che ha costretto milioni di persone a spostarsi verso l’Europa, sia l’occasione per ripensare le politiche migratorie europee e per affermare, una volta per tutte, che le vite sono tutte uguali e vanno egualmente protette

  • Primo volo umanitario: #UcrainaEmergenza

    Primo volo umanitario: #UcrainaEmergenza

    Grazie alla partnership tra Open Arms e Solidaire e alla collaborazione con diverse associazioni che si occupano di accoglienza ai rifugiati, siamo riusciti a far decollare il primo volo umanitario per l’Ucraina sabato scorso, 12 marzo, da Varsavia in Polonia. Un Boeing 787-8 Dreamliner diretto a Barcellona e poi a Madrid con a bordo 222 persone che saranno trasferite negli spazi di accoglienza di destinazione. A questa operazione seguiranno nei prossimi giorni altri voli verso l’Italia, sui quali stiamo lavorando con i nostri partner in queste ore. 

    Da alcuni giorni Open Arms è anche responsabile del coordinamento della logistica di emergenza nell’area metropolitana di Barcellona per la spedizione via terra di forniture mediche di emergenza, generi di prima necessità e cibo. Tutte le operazioni avvengono sotto il coordinamento dell’ambasciata ucraina in Spagna e in collaborazione con diversi enti. Diversi camion hanno già raggiunto la loro destinazione, sia nelle zone interne dell’Ucraina che nelle città vicino al confine, e nei prossimi giorni continueranno a essere inviati camion per alleviare, per quanto possibile, le carenze della popolazione civile, i più colpiti da questo conflitto.

    Il governo russo non si ferma e dobbiamo reperire maggiori fondi per rispondere con le nostre iniziative all’emergenza Ucraina. 

    Per questo abbiamo lanciato sul nostro sito una raccolta fondi per sostenere i costi di queste missioni:

    https://www.openarms.es/ucraina/ 

    Contiamo su di te per proteggere le loro vite.

  • Campagna di sensibilizzazione ‘Ogni vita conta’

    Campagna di sensibilizzazione ‘Ogni vita conta’

    Questo contenuto audiovisivo è stato prodotto usando tecniche grafiche e di animazione ed è stato realizzato con fotografie e video delle missioni di salvataggio dei fotoreporter che collaborano con Open Arms.

    Materiale grafico e audiovisivo:
    Santi Palacios, Bruno Thevenin, Carlos Gil Andreu, Jesús Hellín, Jairo Vargas, Jean Marc Joseph, Pablo Tosco, Vice, Producciones del Barrio.

  • Nuova nave ammiraglia

    Nuova nave ammiraglia

    Tuttavia, la necessità di una nave più grande che potesse affrontare le missioni in mare in maggiore sicurezza è diventata impellente a causa delle crescenti difficoltà in cui ci siamo imbattuti durante la nostra attività di soccorso. A testimoniarlo d’altra parte, sono le 1.555 persone che hanno già perso la vita nel Mediterraneo quest’anno nel tentativo di raggiungere l’Europa, secondo quanto riportato dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM).

    Di fronte a queste necessità, Enrique Piñeyro, filantropo argentino che ha iniziato una stretta collaborazione con Open Arms attraverso la ONG Solidaire da lui diretta- con voli umanitari in India e Mozambico-, si è unito alla nostra missione in mare cedendo alla nostra organizzazione la nave “Open Arms Uno”. 

    CARATTERISTICHE DELL’“OPEN ARMS UNO”

    La nave “Open Arms Uno” è stata costruita in Norvegia nel 2000. La nuova nave è lunga 66 metri, larga 15 metri, ha una stazza più di 4 volte superiore al vecchio rimorchiatore Open Arms e un ponte di 353 metri quadrati, su cui, in caso di emergenza e evacuazione, può atterrare un elicottero.

    La nave progettata appositamente per eseguire operazioni di salvataggio che coinvolgono numerose persone, trasporterà a bordo 4 imbarcazioni semirigide, dette anche RHIB, e consentirà di alloggiare circa 300 persone, numero che, in caso di emergenza e senza compromettere le condizioni di sicurezza dell’imbarcazione, potrebbe aumentare fino a mille. Dispone inoltre di 31 letti per l’equipaggio e di un ospedale con 26 posti letto.

    Abbiamo bisogno del vostro aiuto

    La “Open Arms Uno”, una nave preparata per eseguire salvataggi numerosi, ci aiuterà a salvare in sicurezza più persone, a proteggere la vita delle persone vulnerabili e ad adempiere all’obbligo di qualsiasi nave o persona che si imbatta in situazioni di emergenza in mare, come previsto dal diritto del mare e dalle convenzioni internazionali.

    Purtroppo i costi operativi di “Open Arms One” saranno più alti. Per questo, ora più che mai, abbiamo bisogno del vostro supporto e del vostro aiuto per continuare a mantenere il nostro impegno di non lasciare nessuna vita alla deriva.

    Ci aiuti a continuare?

  • Torniamo nel Mediterraneo

    Torniamo nel Mediterraneo

    Ecco perché torniamo. Proteggere la vita dei più vulnerabili e adempiere all’obbligo di qualsiasi nave o persona che attraversi vite in pericolo in mare. Ciò è previsto dal diritto del mare e dalle convenzioni internazionali.

    Il nostro impegno è con la vita

    Durante la scorsa estate il nostro veliero Astral ha realizzato varie missioni in mare con lo scopo di svolgere compiti di osservazione, sorveglianza e segnalazione. Durante queste missioni abbiamo soccorso più di 650 persone in difficoltà nei pressi del’’isola di Lampedusa, tra cui donne incinte, bambini e anche diversi neonati.

    Abbiamo bisogno del vostro aiuto.

    Sono passati 6 anni dagli inizi di Open Arms. Quell’esperienza cominciata nel 2015 con una squadra di bagnini volontari che volevano dare il loro contributo durante un’emergenza umanitaria si è trasformata in una potente risposta della società civile. Insieme siamo riusciti a salvare più di 62.000 vite in mare e a proteggere moltissime vite in difficoltà durante la pandemia di COVID-19. Tutto ciò è stato possibile grazie a persone come te che hanno deciso di entrare a far parte di questa grande famiglia. Ora più che mai, in questi tempi difficili, abbiamo bisogno del tuo supporto e del tuo aiuto per continuare a mantenere il nostro impegno: non lasciare nessuna vita allo deriva.

  • ‘Mediterraneo’, il film basato sugli inizi di Open Arms

    ‘Mediterraneo’, il film basato sugli inizi di Open Arms

    Il cast di questo lungometraggio è composto da attori e attrici di fama internazionale come Eduard Fernández, Dani Rovira, Anna Castillo e Sergi López, diretti dal regista Marcel Barrena. Open Arms ha collaborato alla sua preparazione sin dall’inizio, affinché il film rappresentasse al meglio l’urgenza, le sensazioni e la drammatica situazione che abbiamo vissuto durante la crisi umanitaria sulle coste greche.

    Il Mar Mediterraneo era allora -ed è tuttora- un campo di battaglia in cui è in gioco la sopravvivenza, un luogo che la deliberata inerzia dell’UE ha trasformato nella più grande fossa comune del pianeta. Noi invece crediamo fermamente che ogni vita conta; ciò spiega il motivo della nostra partecipazione a questo film: trasformare un lungometraggio di finzione in uno strumento di sensibilizzazione. Perché crediamo che sia importante avvicinare le sale cinematografiche a quello stesso mare letale in cui navighiamo e che tante persone vulnerabili affrontano ogni giorno, fuggendo da guerre, persecuzioni o povertà.

    Nonostante la complessità e le difficoltà di questo progetto, siamo molto soddisfatti del risultato finale. Ecco perché ti invitiamo a vederlo, a conoscere i contenuti extra disponibili e a condividerlo sui tuoi social network.

  • Secondo volo umanitario: cibo per il Mozambico

    Secondo volo umanitario: cibo per il Mozambico

    Le 33 tonnellate di prodotti alimentari (legumi, pesce in scatola, riso e olio di girasole) sono state consegnate alla Caritas Mozambico, che le distribuirà alle popolazioni colpite.

    L’obiettivo è aiutare le comunità di Cabo Delgado– regione costiera nel nord del Paese africano, al confine con la Tanzania – che dal 2017 subiscono continui attacchi indiscriminati da parte di gruppi armati affiliati allo Stato Islamico, che devastano paesi e villaggi e commettono stupri e omicidi nei confronti delle popolazioni locali.

    Negli ultimi anni, in questa regione la violenza jihadista ha causato più di 2.800 vittime e almeno 730.000 persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case.

    Tre quarti delle persone rifugiate sono donne e bambini, che in molti casi non hanno alcuna protezione, sono privi di documenti e lottano quotidianamente per sopravvivere.

    Questa iniziativa è parte integrante della missione di Open Arms, che da anni cerca di aiutare a risolvere i problemi all’origine. In Mozambico, come in altri Paesi africani, centinaia di migliaia di persone sono costrette ogni anno a fuggire da guerre e conflitti e sono obbligate a intraprendere viaggi molto rischiosi e pericolosi, in cerca di un posto sicuro in cui vivere.

    LE CAUSE DI UN CONFLITTO DIMENTICATO

    Secondo l’UNHCR, l’Ufficio delle Nazioni Unite per i Rifugiati, la situazione nella regione di Cabo Delgado è molto critica ed è esacerbata dalla povertà cronica, dai disastri climatici e dalle ricorrenti epidemie.

    Inoltre, il Paese africano sta ancora soffrendo le conseguenze dei due devastanti cicloni che l’hanno colpito nel 2019 e sta attraversando una situazione sanitaria molto difficile, aggravata dalla pandemia di COVID-19, che ha lasciato una gran parte della popolazione senza mezzi di sussistenza.

    Cabo Delgado è una regione ricca di pietre preziose e giacimenti di gas naturale, e lo sfruttamento delle sue risorse naturali è in gran parte nelle mani delle multinazionali.

    “La realtà è che i bisogni sono immensi. Sono necessarie più risorse dalla comunità internazionale ma anche dal governo del Mozambico, ed è importante agire prima che sia troppo tardi”, ha affermato Gillian Triggs, Vice Alto Commissario per la Protezione di UNHCR.