
CHI SIAMO
Gli inizi (Lesbos)
Se anche tu hai sentito l’immagine del piccolo Alan Kurdi, sei uno di noi.
La nostra prima missione: Lesbos
A settembre 2015, facevamo i bagnini da anni. Ma la foto del piccolo Alan Kurdi annegato su una spiaggia ci ha spinto a recarci urgentemente a Lesbo per aiutare centinaia di rifugiati siriani e persone provenienti da altri paesi come l’Afghanistan e l’Iraq, in fuga da guerre e conflitti.
Siamo arrivati sulla costa greca con 15.000 euro di tasca nostra. Li abbiamo investiti in operazioni di soccorso per un mese. Siamo riusciti a proteggere più di 20 imbarcazioni al giorno, con circa 60 persone a bordo, inclusi anziani e bambini. Quando siamo partiti, non ci aspettavamo di ricevere donazioni, ma poi hanno iniziato ad arrivare.

Cosa abbiamo ottenuto?
Da settembre 2015 a marzo 2016, data dell’accordo tra Unione Europea e Turchia per la chiusura della rotta migratoria di Lesbo, abbiamo ottenuto:
143.358
le persone aiutarono a raggiungere la costa
10.273
persone salvate alla deriva
9.067
persone salvate sulle scogliere
475
persone salvate dall’acqua ad alto rischio di annegamento.
Ampliamo il nostro raggio d’azione
Con l’accordo tra Europa e Turchia, la rotta migratoria attraverso Lesbo è stata chiusa. Ciò ha portato alla creazione di nuove rotte, più lunghe e pericolose, nel Mediterraneo. Pertanto, data la mancanza di interventi da parte delle fonti ufficiali, abbiamo deciso di espandere la nostra base nel Mediterraneo Centrale. Ad oggi, abbiamo salvato più di 70.000 vite in diverse parti del mondo.