Categoria: Attualità

  • Open Arms lancia “Non guardare dall’altra parte”

    Open Arms lancia “Non guardare dall’altra parte”

    Perché la crudeltà uccide, ma la passività davanti a questo dramma anche. Dal 2014 almeno 24.305 persone sono morte o scomparse nel Mediterraneo nel tentativo di raggiungere il continente europeo, secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM). Ma il numero è sicuramente molto più alto, poiché, secondo la stessa fonte, i corpi di almeno due terzi delle persone che scompaiono in mare non possono essere recuperati.

     

    Continuando con il nostro impegno per la protezione della vita e dei diritti di tutte le persone che si trovano in una situazione di vulnerabilità, abbiamo lanciato questa azione per sensibilizzare l’opinione pubblica su come lo stesso mare che ci regala momenti di piacere e di vacanza sia diventato il più letale del pianeta.

     

    La campagna consiste nell’affiggere, sulle spiagge, diverse coppie di manifesti: un manifesto su cui è riportato un dato tragico, insieme ad un secondo manifesto che, ricorrendo all’ironia, denuncia la passività collettiva di fronte a quello stesso dato. Ciascuno dei 2 poster fa riferimento a 2 diversi domini web (disponibili in spagnolo, catalano e italiano) che ricevono lo spettatore con un messaggio o un altro a seconda dell’URL inserito.

     

    nomiresparaotrolado.com / miraparaotrolado.com

    nomiriscapaunaaltrabanda.cat / miracapaunaaltrabanda.cat

    nonguardaredallaltraparte.com / guardadaunaltraparte.com

  • “La Ragazza del Napalm” a bordo del decimo volo umanitario di Open Arms

    “La Ragazza del Napalm” a bordo del decimo volo umanitario di Open Arms

    Si tratta del decimo volo umanitario effettuato da Open Arms per rispondere all’emergenza in Ucraina. È stato possibile grazie all’impegno di Solidaire, in collaborazione con DKV Integralia Foundation e con il supporto del Saskatchewan-Ukraine Response Team del governo della provincia canadese del Saskatchewan.

    A partire da oggi, le persone e più di 90 famiglie con 26 minori e 8 bambini  a bordo, potranno iniziare una nuova vita lontano dalle atrocità di un conflitto iniziato più di 4 mesi fa. 

     

    Nel 1972 il grido di dolore di quella ragazza, di nome Kim Phuc Phan Thi, che allora aveva solo 9 anni, raggiunse milioni di persone, chiedendo giustizia per tutte le vittime innocenti e contribuendo a porre fine all’orrore del conflitto.

    “Quella foto mi ha attraversato nell’adolescenza e ricordo che mi ha trasformato. Non riuscivo a capire come potessero farlo, è stato uno dei momenti più drammatici della mia vita. E ora poterla ospitare sull’aereo sento che chiude il cerchio, stiamo riparando qualcosa, stiamo facendo qualcosa”, dice Enrique Piñeyro, che ha invitato Kim a recarsi in Canada su questo volo umanitario. “La sua è una bandiera contro la guerra. Quello che stiamo dicendo è che le guerre sono sempre le stesse, sia che le inizi John F. Kennedy o Vladimir Putin. È un orrore contro l’umanità, si bombardano sempre scuole, civili, ospedali, si uccidono persone innocenti. E sono decisioni di un politico che alza il telefono, dà l’ordine di iniziare le ostilità e poi ignora le reali conseguenze”, ha concluso E Piñeyro.

     

    Kim Phuc Phan Thi è da anni una donna impegnata per la pace e contro tutti i conflitti armati nel mondo e siamo orgogliosi che ci abbia accompagnato nel nostro decimo corridoio umanitario, da Varsavia a Regina, in Canada. “Mi commuove molto. Sono così grata di essere rimasta in vita”, dice Kim a bordo del volo.  “Sono passati cinquant’anni, è un’emozione forte, ma l’idea di Enrique di portarmi nel passato e trasformare questo in un messaggio di pace è così bella. Sono molto grata a lui, a Solidaire, a Open Arms. Questo è il mio sogno, il mio scopo, la ragione per cui sono ancora viva”.

    Da marzo, Open Arms è stata in grado di portare in salvo più di 2.000 rifugiati ucraini, per lo più anziani e madri con bambini, e  intere famiglie, nei luoghi di accoglienza, dove potranno vivere in pace.

     

    “La fotografia di Kim servì, nel 1972, a denunciare l’uso del napalm contro la popolazione civile durante la guerra in Vietnam. La fotografia del piccolo Aylan Kurdi, annegato mentre cercava di  raggiungere le coste greche con la sua famiglia, ha portato alla creazione di Open Arms, questa piccola ONG senza scopo di lucro che è riuscita a salvare più di 62.000 vite nell’Egeo e nel Mediterraneo in 6 anni”, afferma Oscar Camps, fondatore e direttore di Open Arms,  a bordo dell’aeromobile. 

    “50 anni dopo la fotografia di Phan Thi Kim Phuc possiamo chiederci: può una fotografia cambiare il corso della storia? Oggi la nostra organizzazione, che è nata da un’immagine, vola da Varsavia al Canada, luogo di rifugio per le 236 persone in fuga dalla guerra in Ucraina. Viviamo in un mondo con 63 conflitti armati attivi, tutte le vittime contano? Com’è possibile che immagini come quelle che vediamo ogni giorno nel Mediterraneo, in Ucraina, a Melilla, non ci facciano dire basta, non ci spingano a porre fine alla violenza sistematica? ” chiede il fondatore di Open Arms.

  • Presentazione ufficiale di Open Arms Uno: la nave umanitaria

    Presentazione ufficiale di Open Arms Uno: la nave umanitaria

    Nei loro discorsi, le autorità presenti hanno sottolineato l’importanza del lavoro di Open Arms nella difesa dei diritti umani ed hanno espresso la loro solidarietà nei confronti di chi protegge i più vulnerabili nel Mediterraneo.

    La cerimonia di varo dell’“Open Arms Uno”, che avrà come porto base la città di Barcellona, ​​dove è stata registrata, è proseguita con uno spettacolo a bordo della compagnia teatrale La Fura dels Baus, ideato per l’occasione da Carlus Padrissa. All’evento hanno partecipato anche il cantante Joan Dausà, che ha eseguito, tra le altre, la canzone “Com plora el mar”, e il mezzosoprano Mar Esteve. La cerimonia era aperta a tutta la cittadinanza ed è iniziata con un’esercitazione di salvataggio marittimo, seguita da una performance artistica sul ponte della nave, dove le reti umane aeree simboleggiavano la fratellanza umana.

    Più di 40 volontari hanno partecipato all’evento, che ha coinvolto decine di persone assiepate sulla passerella della Rambla de Mar. Un’affluenza che ha confermato le parole pronunciate da Oscar Camps, fondatore della Ong, nel suo discorso: “l’ “Open Arms Uno” sarà un ambasciatore della cittadinanza ovunque andrà“.

    L’Open Arms Uno, costruito in Norvegia nel 2000, è stato donato dal presidente dell’ONG Solidaire, il regista e filantropo argentino Enrique Piñeyro, ed è una delle più grandi navi di soccorso marittimo d’Europa. La nuova nave è lunga 66 metri, larga 15 e ha una stazza quattro volte superiore a quella del vecchio rimorchiatore Open Arms. Dispone di un ponte di 353 metri quadrati dove può atterrare un elicottero in caso di emergenza ed evacuazione. È dotato di 4 barche semirigide, dispone di 31 posti per l’equipaggio e di un ospedale con 26 posti letto. Ci permetterà inoltre di ospitare circa 300 persone, numero che, in caso di emergenza e senza mettere in pericolo le misure di sicurezza della nave, potrebbe aumentare fino a mille.

    L’Open Arms Uno costituisce un asset fondamentale della nostra flotta per proteggere le persone che cercano di attraversare la fossa comune più grande del mondo, il Mediterraneo. E sarà la nave di tutti i cittadini, che ci aiutano e ci sostengono da terra.

  • La nave “Open Arms Uno” arriva a Barcellona

    La nave “Open Arms Uno” arriva a Barcellona

    Ha una stazza più di 4 volte superiore al vecchio rimorchiatore Open Arms e un ponte di 353 metri quadrati, su cui, in caso di emergenza e evacuazione, può atterrare un elicottero.

    La nave trasporterà a bordo 4 imbarcazioni semirigide, dette anche RHIB, e consentirà di alloggiare circa 300 persone, numero che, in caso di emergenza e senza compromettere le condizioni di sicurezza dell’imbarcazione, potrebbe aumentare fino a mille. Dispone inoltre di 31 letti per l’equipaggio e di un ospedale con 26 posti letto.

     

    Abbiamo bisogno del vostro aiuto

    La “Open Arms Uno”, una nave preparata per eseguire salvataggi numerosi, ci aiuterà a salvare in sicurezza più persone, a proteggere la vita delle persone vulnerabili e ad adempiere all’obbligo di qualsiasi nave o persona che si imbatta in situazioni di emergenza in mare, come previsto dal diritto del mare e dalle convenzioni internazionali.

    Questa nave è anche vostra, di tutti i cittadini che ci sostengono da terra per continuare a proteggere le vite delle persone vulnerabili in mare.

    Purtroppo i costi operativi di “Open Arms One” saranno più alti. Per questo, ora più che mai, abbiamo bisogno del vostro supporto e del vostro aiuto per continuare a mantenere il nostro impegno di non lasciare nessuna vita alla deriva.

    Per questo motivo, ora più che mai, abbiamo bisogno del vostro sostegno e del vostro aiuto per continuare a rispettare il nostro impegno a non lasciare nessuna vita alla deriva.

    Ci aiuti a continuare?

     

    Materiale grafico:

    Santi Palacios

  • Continuiamo in Ucraina e torniamo nel Mediterraneo

    Continuiamo in Ucraina e torniamo nel Mediterraneo

    Grazie all’alleanza con l’organizzazione World Central Kitchen, fondata dallo chef spagnolo José Andrés, venerdì scorso il nostro vecchio rimorchiatore Open Arms ha sbarcato 24 tonnellate di cibo in un porto della regione di Odessa, in Ucraina, una zona particolarmente colpita dal conflitto a causa della vicinanza dei combattimenti.

    Non è stata un’operazione facile. Abbiamo navigato per giorni attraverso il Mediterraneo, l’Egeo, il Mar Nero, il Mar di Marmara e il Danubio, superando molte avversità tecniche, amministrative e logistiche. Ma alla fine siamo riusciti a portare il cibo alle persone più vulnerabili intrappolate in una delle zone più svantaggiate del paese. 

    Parallelamente, abbiamo evacuato più di 1.500 rifugiati su 7 diversi voli diretti a Barcellona, Madrid, Roma e Buenos Aires, grazie alla creazione di un corridoio aereo umanitario da Varsavia (Polonia), in collaborazione con l’organizzazione Solidaire. L’ultima evacuazione ha avuto luogo solo una settimana fa con 238 rifugiati a bordo, per lo più anziani e donne con bambini, che, grazie a diverse organizzazioni della società civile, hanno ricevuto un’accoglienza dignitosa. Altri voli sono previsti per le prossime settimane.

    Inoltre, dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, abbiamo inviato 29 camion con più di 350 tonnellate di aiuti umanitari per la popolazione civile per contribuire ad alleviare la situazione nel paese.

    E continuiamo con il progetto Doctors for Ukraine (doctorsforukraine.org), in alleanza con DKV Seguros, con cui offriamo assistenza medica digitale gratuita alla popolazione colpita dal conflitto in Ucraina.

    Non dimentichiamo il Mediterraneo

    Anche se tutta l’attenzione mediatica si concentra sull’Europa dell’Est, non dimentichiamo le vittime in altre zone di conflitto e tragedie come quella del Mediterraneo centrale. Una guerra invisibile e spesso taciuta.

    Con poche risorse ma molta determinazione, abbiamo finora salvato più di 62.000 persone, ma il mare continua a inghiottire vite innocenti.

    Ecco perché, in linea con il nostro impegno di non lasciare nessuna vita alla deriva, stiamo tornando nel Mediterraneo centrale. Domenica il nostro veliero Astral salperà per una missione di osservazione, sorveglianza e denuncia verso la più grande fossa comune del pianeta. 

    Contiamo su di te per proteggere le loro vite.

    Oggi più che mai, abbiamo bisogno del tuo sostegno per continuare a proteggere le vite di coloro che fuggono dalla guerra, dalla persecuzione e dalla povertà. Senza di te, non sarebbe possibile.

  • Tre voli umanitari #EmergenzaUcraina

    Tre voli umanitari #EmergenzaUcraina

    In Italia, fondamentale il protocollo siglato con Caritas Italiana che oltre a coordinare insieme a noi gli imbarchi, ha garantito l’accoglienza delle persone, per lo più donne, bambini e anziani, sul territorio italiano grazie alla disponibilità di 20 diocesi che forniranno ospitalità e assistenza durante il soggiorno nel paese. 

    In Spagna fondamentale invece il supporto del Comune di Badalona, Comune di Guissona, la Fundació Convent de Santa Clara e Mensajeros por la Paz.

    Importantissimo inoltre il sostegno ricevuto dalla Fundación Pro style in Polonia, e dalle organizzazioni polacche Audax, Integtalia ed Ergo Hestia che si sono messe a disposizione, fornendo volontarie e volontari nonché traduttori e traduttrici. 

    Open Arms rimarrà a Varsavia con parte del suo staff per continuare ad essere sul campo e comprendere le necessità legate al conflitto con l’obiettivo di organizzare altri corridoi umanitari grazie all’impiego del Boeing 787-8 Dreamline in grado di ospitare fino a 250 persone su ciascun volo. 

    Come abbiamo ribadito spesso, la nostra missione è salvare vite, che sia nel Mediterraneo centrale o alla frontiera di un paese in Guerra, siamo dove c’è bisogno di noi per difendere i diritti, la dignità e l’incolumità di ogni essere umano. Ci auguriamo che questa tragica guerra, che ha costretto milioni di persone a spostarsi verso l’Europa, sia l’occasione per ripensare le politiche migratorie europee e per affermare, una volta per tutte, che le vite sono tutte uguali e vanno egualmente protette

  • Primo volo umanitario: #UcrainaEmergenza

    Primo volo umanitario: #UcrainaEmergenza

    Grazie alla partnership tra Open Arms e Solidaire e alla collaborazione con diverse associazioni che si occupano di accoglienza ai rifugiati, siamo riusciti a far decollare il primo volo umanitario per l’Ucraina sabato scorso, 12 marzo, da Varsavia in Polonia. Un Boeing 787-8 Dreamliner diretto a Barcellona e poi a Madrid con a bordo 222 persone che saranno trasferite negli spazi di accoglienza di destinazione. A questa operazione seguiranno nei prossimi giorni altri voli verso l’Italia, sui quali stiamo lavorando con i nostri partner in queste ore. 

    Da alcuni giorni Open Arms è anche responsabile del coordinamento della logistica di emergenza nell’area metropolitana di Barcellona per la spedizione via terra di forniture mediche di emergenza, generi di prima necessità e cibo. Tutte le operazioni avvengono sotto il coordinamento dell’ambasciata ucraina in Spagna e in collaborazione con diversi enti. Diversi camion hanno già raggiunto la loro destinazione, sia nelle zone interne dell’Ucraina che nelle città vicino al confine, e nei prossimi giorni continueranno a essere inviati camion per alleviare, per quanto possibile, le carenze della popolazione civile, i più colpiti da questo conflitto.

    Il governo russo non si ferma e dobbiamo reperire maggiori fondi per rispondere con le nostre iniziative all’emergenza Ucraina. 

    Per questo abbiamo lanciato sul nostro sito una raccolta fondi per sostenere i costi di queste missioni:

    https://www.openarms.es/ucraina/ 

    Contiamo su di te per proteggere le loro vite.

  • Campagna di sensibilizzazione ‘Ogni vita conta’

    Campagna di sensibilizzazione ‘Ogni vita conta’

    Questo contenuto audiovisivo è stato prodotto usando tecniche grafiche e di animazione ed è stato realizzato con fotografie e video delle missioni di salvataggio dei fotoreporter che collaborano con Open Arms.

    Materiale grafico e audiovisivo:
    Santi Palacios, Bruno Thevenin, Carlos Gil Andreu, Jesús Hellín, Jairo Vargas, Jean Marc Joseph, Pablo Tosco, Vice, Producciones del Barrio.

  • Nuova nave ammiraglia

    Nuova nave ammiraglia

    Tuttavia, la necessità di una nave più grande che potesse affrontare le missioni in mare in maggiore sicurezza è diventata impellente a causa delle crescenti difficoltà in cui ci siamo imbattuti durante la nostra attività di soccorso. A testimoniarlo d’altra parte, sono le 1.555 persone che hanno già perso la vita nel Mediterraneo quest’anno nel tentativo di raggiungere l’Europa, secondo quanto riportato dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM).

    Di fronte a queste necessità, Enrique Piñeyro, filantropo argentino che ha iniziato una stretta collaborazione con Open Arms attraverso la ONG Solidaire da lui diretta- con voli umanitari in India e Mozambico-, si è unito alla nostra missione in mare cedendo alla nostra organizzazione la nave “Open Arms Uno”. 

    CARATTERISTICHE DELL’“OPEN ARMS UNO”

    La nave “Open Arms Uno” è stata costruita in Norvegia nel 2000. La nuova nave è lunga 66 metri, larga 15 metri, ha una stazza più di 4 volte superiore al vecchio rimorchiatore Open Arms e un ponte di 353 metri quadrati, su cui, in caso di emergenza e evacuazione, può atterrare un elicottero.

    La nave progettata appositamente per eseguire operazioni di salvataggio che coinvolgono numerose persone, trasporterà a bordo 4 imbarcazioni semirigide, dette anche RHIB, e consentirà di alloggiare circa 300 persone, numero che, in caso di emergenza e senza compromettere le condizioni di sicurezza dell’imbarcazione, potrebbe aumentare fino a mille. Dispone inoltre di 31 letti per l’equipaggio e di un ospedale con 26 posti letto.

    Abbiamo bisogno del vostro aiuto

    La “Open Arms Uno”, una nave preparata per eseguire salvataggi numerosi, ci aiuterà a salvare in sicurezza più persone, a proteggere la vita delle persone vulnerabili e ad adempiere all’obbligo di qualsiasi nave o persona che si imbatta in situazioni di emergenza in mare, come previsto dal diritto del mare e dalle convenzioni internazionali.

    Purtroppo i costi operativi di “Open Arms One” saranno più alti. Per questo, ora più che mai, abbiamo bisogno del vostro supporto e del vostro aiuto per continuare a mantenere il nostro impegno di non lasciare nessuna vita alla deriva.

    Ci aiuti a continuare?

  • Torniamo nel Mediterraneo

    Torniamo nel Mediterraneo

    Ecco perché torniamo. Proteggere la vita dei più vulnerabili e adempiere all’obbligo di qualsiasi nave o persona che attraversi vite in pericolo in mare. Ciò è previsto dal diritto del mare e dalle convenzioni internazionali.

    Il nostro impegno è con la vita

    Durante la scorsa estate il nostro veliero Astral ha realizzato varie missioni in mare con lo scopo di svolgere compiti di osservazione, sorveglianza e segnalazione. Durante queste missioni abbiamo soccorso più di 650 persone in difficoltà nei pressi del’’isola di Lampedusa, tra cui donne incinte, bambini e anche diversi neonati.

    Abbiamo bisogno del vostro aiuto.

    Sono passati 6 anni dagli inizi di Open Arms. Quell’esperienza cominciata nel 2015 con una squadra di bagnini volontari che volevano dare il loro contributo durante un’emergenza umanitaria si è trasformata in una potente risposta della società civile. Insieme siamo riusciti a salvare più di 62.000 vite in mare e a proteggere moltissime vite in difficoltà durante la pandemia di COVID-19. Tutto ciò è stato possibile grazie a persone come te che hanno deciso di entrare a far parte di questa grande famiglia. Ora più che mai, in questi tempi difficili, abbiamo bisogno del tuo supporto e del tuo aiuto per continuare a mantenere il nostro impegno: non lasciare nessuna vita allo deriva.